“Tutto
ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto
ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si
può paragonare a nulla”
Dominique Vivand Denon ,“Voyage en Sicilie”
Il viaggiare non significa solamente lo
spostarsi nello spazio. Il viaggio è anche un tipo di spostamento da un’onda all’altra.
Viaggiando ci spostiamo dalle nostre onde a quelle nuove, a volte più forti del
luogo visitato. Nel nostro cuore rimangono soprattutto quei posti in cui la
natura mostra la propria superiorità sull’uomo, rimesso al secondo piano e, che
sembra acconsentire a questa sottomissione. Uno di questi posti si trova in
Sicilia. Si tratta ovviamente dell’Etna, un vulcano siciliano attivo, il quale,
ormai visto dall’aereo un po’ spaventa e meraviglia. Ed a volte, a quanto si
dice, si senta il suo mormorare silenzioso.
Divina e affascinante
Etna è collocata nella parte nord-est
dell’isola e raggiunge l’altezza di oltre 3340 metri s.l.m. Quando deciderete
di farvi un viaggio in Sicilia, noterete il vulcano già dall’aereo. La sua
maestosità da secoli inspira gli umani, ed anche oggi nessuno ne rimane
indifferente. Nella storia, l’Etna assumeva diverse forme nelle credenze degli
umani, e, per quanto riguarda quest’argomento, addirittura la mitologia greca
sembra indecisa. Secondo uno dei miti, proprio nel vulcavo doveva essere
collocata la fucina di uno degli dei, Efesto; L’altro invece dice che sotto
l’isola fosse stato sepolto uno dei giganti, Encelado, la cui bocca si doveva
trovare proprio sotto il vulcano. Invece
il nome di questa montagna di fuoco doveva derivare dal nome di una delle nimfe
siciliane. Infatti, l’Etna, semplicemente divina, un po’ spaventosa e
decisamente affascinante, guardata sia da lontano sia da vicino ci fa sentire
un piccolo brivido che passa attraverso il nostro corpo.
Escursione siciliana sul Marte
Le escursioni sull’Etna assomigliano ad una gita in montagna che finisce su un altro pianeta. Ai piedi del vulcano si trova il Parco dell’Etna, coperto dalle foreste che arrivano fino ai 2200 metri s.l.m. Il paesaggio del parco sembra piuttosto “poco siciliano”, ma è perfetto per un picnic nel cuore della foresta. Un attimo dopo lasciamo il verde del bosco dietro le spalle e la strada serpeggiante ci porta sempre più in alto. Cominciano ad apparire la nebbia ed il freddo (la differenza di temperatura può essere anche di 10 gradi!), ed alla fine iniziamo a notare che la terra vicino alla strada è diventata una lava rappresa. Mentre proseguivo lungo la strada serpeggiante, in mente mi venivano solo i numeri: pensavo, chissà quante tonnellate di lava si trovano adesso sotto di noi e di quante eruzioni passate. Una di quelle più conosciute e più tragiche era quella del 1669, quando la lava arrivò fino alla città di Catania e entrando nel mare, formò oltre di un chilometro della nuova terraferma, la quale oggi, un po’ strappata e ondulata, assomiglia ad un asfalto storto. Nello stesso tempo provocando paura e meraviglia con l’azzurro del mare in fondo.
La costa di Catania |
Un altro paesaggio ci aspetta alla fine
del nostro percorso fatto con la macchina, ovvero un enorme parcheggio, vicino al
quale non mancano i ristoranti ed i negozi con i souvenir, in cui, oltre alle
cartoline, si possono comprare le figure fatte di lava. Così il turismo
fiorisce sempre e dappertutto. Sul
parcheggio arrivano i pullman dai quali scendono i turisti di tutta l’Europa.
Tutti quasi nello stesso tempo e modo cercano di riscaldare con le mani le
proprie braccia e coprirsi dalle forti ventate. Le scarpe estive vengono
cambiate in scarpe da tennis sotto cui la cenere vulcanica crocchia come una
neve fresca.
La strada che porta sulla cima
Sulla cima del vulcano è possibile
arrivare tramite una funivia, invece a piedi abbiamo la possibilità di visitare
i crateri avventizi, di cui l’Etna sembra essere piena. Il paesaggio
vulcanico che appare davanti agli occhi sull’Etna è davvero non terrestre. La
terra è coperta da una cenere rosso-nera come della polvere che con facilità
entra nelle scarpe. Il vento
soffia in modo spaventoso e sembra diventare sempre più forte, e salendo sui
crateri della madre Etna ci si può sentire come un esploratore dei nuovi mondi.
Il vento smorza tutte le voci intorno, le quali, deformi, sembrano essere un
mormorare rimbombante del vulcano stesso, quasi impaziente della nostra
prolungata visita. Secondo Dominique
Vivand Denon, l’Etna non si può paragonarla a niente, invece nella mia
opinione, essa, con la propria severità, assomiglia a Marte. Davanti ai
nostri occhi si estende un infinito delle dune nero-rosse avvolte dalle nuvole
all’orizzonte: un mitologico, governato dalla natura, paese, in cui l’uomo è
soltanto un ospite.
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