Venezia è uno di
quei posti che non cambiano e perciò sembra di essere un luogo in cui il tempo
non passa, ma semplicemente c’è, e si manifesta in un magico “presente”. La città sull'acqua in un modo inspiegabile è diventata la più cara al mio cuore. E' un posto dove, paradossalmente viste le folle continue di turisti, ritrovo la pace, posso ascoltare il silenzio e riprendere il fiato. Come scrisse Josif Brodski nel “Fondamenta degli Incurabili”: “L'amore è un sentimento disinteressato, una strada a senso unico. Ecco perché è possibile amare certe città, l'architettura di per sé, la musica, poeti defunti (...). Perché l'amore è una "liaison" tra un riflesso e il suo oggetto.”
Dunque, i nostri posti non sono altro che un riflesso di noi stessi. Io un mio chiaro riflesso l’ho trovato a Venezia, il che non pare qualcosa di straordinario, visto che, in qualsiasi direzione guardiamo, siamo circondati dall’acqua.
Venezia
decisamente è una città delle gambe insicure. Una città delle gambe, perché
solo a piedi possiamo visitarla. E perché insicure? Non lasciatevi ingannare
dai vaporetti. Il dondolamento che ci viene garanttito dalle fermate dei trasporti acquei, ci rende conto che i nostri
sensi, soprattutto quelli non abituati ad un continuo dondolio, non valgono
nulla, e la città è in vantaggio su di noi, visto che fu costruita proprio
sull’acqua. I viaggi col vaporetto, con il motore acceso, fanno parte di quegli
stabili, invece solo quando il motore viene spento, ci ritroviamo a lottare con
il proprio corpo.
Aveva ragione
Tiziano Scarpa, scrivendo nella sua guida „Venezia è un pesce”: <<Poche malattie
di cuore, a Venezia>>. Se sognate delle gambe musolose è un posto proprio per
voi. A Venezia ci trovano circa 417 ponti, e ogniuno di essi ne ha una decina
di gradini, i quali si fanno sentire soprattutto quando si divarica le gambe
tra il tredicesimo gradino e quello quindicesimo tra la folla di gente.
Non è facile
visitare Venezia. Dipendentemente da quanto vicino ad un monumento importante
ti trovi, ti manca di più il respiro. E non sai chi ti spinge di più, o ancora
quella donna dietro di te, o ormai sarà quell’uomo davanti. A volte mi chiedevo
chissà dove e fino a che punto arriverei se permettessi a quella folla di gente
di portarmi con loro. Oltre a Ponte Rialto, a Venezia, ci meraviglia ovviamente
il Ponte dei Sospiri, di cui si dice che il suo nome debba al fatto che secoli
fa, i prigionieri condannati a morte vennero condotti attraverso il ponte, dove
potevano dare l’ultimo sguardo alla laguna e, naturalmente, fare l’ultimo sospiro.
Tuttavia, hosentito dire che in realtà attraverso il ponte vennero condotti
solamente i piccoli delinquentii, e quelli veri, pericolosi criminali vennero
gettati nella prigione sotterranea sotto il palazzo. Oggigiorno, sotto il Ponte
dei Sospiri passano in gondola gli innamorati, visto che si dice che il bacio
dato sotto il ponte gli garantirà un grande amore fino alla tomba. Quanto è
vero questo detto, non ne ho idea, però ho l’impressione che agli italiani
proprio piacciono quelle credenze e gli stereotipi attraverso i quali l’Italia
viene vista dagli strianieri come un paese delle raffiche d’amore e di
Casanova. A Verona bisogna toccare il seno di Giulietta, a Venezia baciarci
sotto il Ponte dei Sospiri. E sembra proprio italiano, no? :) Tuttavia, quasi
come al balcone di Giulietta, così anche vicino al Ponte dei Sospiri, la folla
che ti spinge la schiena chiaramente ti fa capire che il tuo tempo per “dare un’occhiata”
è finito.
Un altro ponte tra quelli più conosciuti a Venezia è il Ponte dell’Accademia, uno dei quattro
ponti che collegano due rive opposte di Canal Grande. Esso si trova di fronte
alla Galleria dell’Accademia, dalla quale deriva il suo nome attuale. Originariamente fu costruito di ferro e la
sua forma finale doveva essere quella di pietra. Tuttavia nel frattempo fu
ricostruito nella versione (inizialmente provvisoria) di legno, nella quale,
con gli elementi metallici aggiunti, possiamo ammirarlo oggi.
Invece il ponte
attraverso il quale passano tutti ma solo pochi si accorgono della sua
importanza è, illuminato di notte, il Ponte della Costituzione, noto pure come
il ponte di Calatrava, dal cognome dell’archittetto Santiago Calatrava. Il
Ponte collega il Piazzale Roma con la stazione ferroviaria Venezia Santa Lucia
ed è stato aperto al pubblico abbastanza recentemente, l’11 settembre 2008 e in
questo modo è diventato il quarto ponte che unisce due rive opposte del Canal
Grande.
Può sembrare che
Venezia è una città di un continuo salire e discendere. E, in realtà, è proprio
quel salire e discendere a tenerla unita. Può sembrare che la molteplicità di
angoli, calli e ponti può confondere i nostri sensi, e favorendo la discesa dal
sentiero,ci fa perdere la strada. Da una parte sì e dall’altra no. In primo
luogo, Venezia è così piccola che in sole due ore siamo in grado di girarla
tutta a piedi. In secondo luogo, onnipresenti indicazioni ci mostreranno la
strada, e qualsiasi non sceglieressimo, prima o poi, ci ritroveremo davanti al
Canal Grande.Ed alla fine, secondo me, per scoprire Venezia bisogna permetterle
di guidarsi, e per ritrovarsi in essa e conoscerla veramente, bisogna prima
perdersi in essa.
Sì, mi sono persa a Venezia. Più di una volta.
.
Nessun commento:
Posta un commento