Quasi quasi
abbiamo perso il treno.
Quando alla
stazione, vicino ai distributori di biglietti cercavo per la terza volta di spiegare ad una
signora con i capelli biondi che con il foglietto che aveva appena acquistato
potrà tranquillamente prendere il treno per Venezia a qualsiasi ora di quel
giorno se prende un treno regionale, il Mio Amato mi toccava col gomito,
guardando nervosamente l’orologio. “Stiamo
per perdere il treno”, sibilava, sorridendo con nervosismo alla signora di una
nazionalità indefinita, con la quale stavo discutendo. Lo stress mi ha stretto
la gola quando ho informato la donna di questo fatto ed a lei sembrava non
importare che il nostro treno stava per partire e continuava a fare le domande.
Le ho rispiegato, passo dopo passo, tutto quello che doveva fare (convalidare
il biglietto e salire sul treno), dopo di che, assicurandola ancora una volta
che tutto andrà bene e arriverà a
Venezia se fara come le avevo appena detto, ci siamo salutate così
affettuosamente come in fretta.
Quando siamo
arrivati al binario, il treno suonava ormai impazientemente, pronto a partire.
“Ma com’è possibile
che noi sempre dobbiamo andare in fretta?”, ha chiesto retoricamente l’Amato, sedendosi
accando a me.
Mi sono
meravigliata del festival delle mongolfiere dopo aver visto le foto di un’edizione
americana dell’evento. Seguendo le tracce, ho fatto una ricerca, non credendo
però che un evento simile sarebbe potuto capitarmi. Ho trovato un’informazione
sul balloons festival di Ferrara veramente per caso, qualche giorno dopo
durante una revisione non tanto specificata delle comunità Google. E’ capitato
così che l’evento doveva partire nel seguente weekend. Ecco, senza pensarci
troppo, qualche giorno dopo eravamo nel treno che ci portava a Ferrara.
Seguendo il
pensiero di José Saramago (citato pure qui), allegramente, alla fine d’estate,
ho potuto riabbracciare la città che avevo occasione di visitare d’inverno.
Sentivo un dolce battere del sole sulle mie spalle, il caffé al Caffè Nazionale
aveva lo stesso forte sapore, ed i grifoni che custodivano fedelmente la cattedrale,
hanno mantenuto il loro sguardo un po’ folle, ed i loro capi, lisciati dal
tocco delle mani umane, brillavano al sole come lo specchio d’acqua. Nel sole
illuminava anche la statua di Savonarola, che sembrava che colui sempre osservasse
attentamente la città e l’impossibilità di intervenire gli facesse arrivare
alla disperazione.
„A piedi?”, si è meravigliato uno dei carabinieri quando abbiamo chiesto di una strada più corta per arrivare al parco. L’altro ha roteato gli occhi, facendo un gesto come se si sventolasse, facendoci capire senza parole che con un calore come quel giorno meglio stare sdraiati con la pancia in sù oppure spostarsi dentro un veicolo climatizzato. Nonostante una chiara disapprovazione verso la nostra idea, ci hanno indicato la strada quasi disegnando una mappa con le dita sull’aria.
Sul vasto terreno
verde il benvenuto ce l’ha dato una decina di bancarelle vuote, fra cui una aperta
con dei gelati. Dietro di noi camminava un gruppo di persone, quindi un po
indecisi e non tanto convinti, ci siamo consolati con la loro presenza. Un traffico più grande di persone abbiamo
trovato più avanti, nel cuore del parco dove i cani correvano sguinzagliati, i bambini mangiavano
lo zucchero filato ed i padri incitati dalle loro figlie sparavano con dei
proiettili di plastica alle bottiglie per vincere un giocattolo peluche per le
loro bambine. Anche se lo show delle mongonfiere doveva cominciare fra un’ora,
delle mongonfiere stesse non c’era nemmeno un’ombra. Noi però, abituati ad una “sempre
in ritardo” realtà italiana, ci siamo seduti all’ombra mangiando pure lo
zucchero filato.
Non ero molto
sorpresa quando all’ora prevista dello show non è successo niente e abbiamo
deciso di farci una passeggiata. Un’ora dopo, era un po’ divertente quando
stavamo tornando al nostro posto all’ombra e ancora non abbiamo visto nemmeno
una mongolfiera. Dopo un’ora e mezzo sul posto da cui le mongolfiere dovevano
partire, ha cominciato a crearsi una folla. Dei piccoli gruppi di persone hanno
cominciato ad unirsi vicino alla barriera. Noi stavamo aspettando. Piano, con
nessuna fretta sono arrivate due macchine dalle quali sono scese 5 persone e
sono rimasta contenta quando ho visto un cesto di una delle mongolfiere. Un
attimo dopo verso il cielo si è alzata una fiamma enorme e hanno cominciato a
gonfiare un’enorme pallone che ancora un momento prima veniva esteso sull’erba
come una grande tovaglia da tre uomini. Quando il pallone gonfiato di una delle
mongolfiere ha cominciato ad alzarsi verso il cielo, stavamo ormai alla barriera
con le altre persone che respiravano forte piuttosto dalla noia che dalla
meraviglia. Dopo circa 20 minuti il primo dei giganti era pronto per il volo,
ed il secondo si inalzava, crescendo timidamente come un muffin nel forno. La mongolfiera con il logo di uno degli
sponsor delicatamente si stava mettendo in volo e un commentatore chiaramente
affaccendato quasi gridava al microfono, respirando fortemente: “Eccoli! E così
il primo gruppo di fortunati va verso il cielo di Ferrara!”. Sono passate le 19
e si avvicinava l’ora di partenza del nostro treno. Il muffin colorato anche se
continuava timidamente a gonfiarsi e alzarsi verso il cielo, non accennava di
partire nei primissimi 40 minuti. Respirando tristemente, finendo di bere un
succo e dando un ultimo sguardo alla fiamma divampante sul cielo ormai
arancione-rosa, scivolando sulla strada ghiaiosa ci siamo recati verso l’acciottolato
del centro.
Il Balloons
Festival di Ferrara aveva luogo dall’11 al 20 settembre di quest’anno e si
svolgeva presso il Parco Urbano Bassani. Probabilmente lo show più bello,
presentato sulle foto che promuovono l’evento, è stato realizzato durante i primi
due giorni del festival. Non eravamo dunque quella volta troppo fortunati e aspettando
uno show meraviglioso ed il cielo pieno di mongolfiere, tornavamo a casa un po’
delusi. Tutte le informazioni riguardanti il festival e la sua prossima
edizione troverete sul sito http://www.ferrarafestival.it.
Le informazioni
pratiche:
- il terzo giorno
l’ingresso era gratuito, però seguendo le opinioni e le informazioni sugli
altri giorni del festival, il prezzo d’ingresso ammontava a 5 euro. Ne vale la
pena? Credo che per andarci il primo giorno sì, invece nei seguenti, ne dubito,
- sicuramente lo
show di apertura è bellissimo, però nei giorni seguenti partono tante mongolfiere
quante persone vogliono pagarsi un volo,
- i prezzi dei
voli sono indicati sul sito ufficiale dell’evento e si parla di una somma da
120 a 150 euro.
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