7 lug 2016

L'arte del passare del tempo, ovvero il Museo Archeologico di Olimpia



Ci siamo allontanati dal luogo malinconico dove cantavano le cicale e dove una calda sabbia polverosa ci bruciava i piedi. L'aria all'improvviso si è trasformata in un freddo vortice che arrivava dai larghi condizionatori, perdendo la propria viscosità; una volta entrati in un freddo corridoio, all'improvviso è scomparso quel braccio afoso che ci copriva ancora qualche attimo prima. L'ingresso al museo veniva sorvegliato da un ampio torso di pietra che tempo fa, facendo parte di una statua completa, ornava i templi ed i larghi viali dell'antica città di Olimpia

Con il passare del tempo, in realtà, l'arte assume un certo carattere che non aveva prima e risveglia l'immaginazione, ed il tempo sembra essere uno dei più bravi scultori di sempre. L'incompiutezza spesso ispira e incuriosisce, e quel torso, se fosse conservato e ritrovato come una scultura completa e intatta, probabilmente non avrebbe attirato così fortemente la mia attenzione nè degli altri visitatori.

E' impossibile omettere il Museo Archeologico di Olimpia quando si va a visitare gli scavi locali. Tutte le statue che decoravano i templi e gli ampi viali dell'oliveto, ora adornano le ampie sale del museo.

Mitologia incantata in pietra

La sala principale del museo illude di essere quella del tempio di Zeus, visto che alla parete sinistra possiamo ammirare le statue del timpano orientale del tempio, ed alla destra, di quello occidentale. Enormi statue ci raccontano la storia di una corsa di carri tra il re Enomao e Pelope, che voleva sposare la figlia del re. Secondo una versione del mito, il re fu avvertito dall'oracolo di Delfi che sarebbe stato ucciso da suo genero. Enomao, per non portare a compimento della profezia, sfidava a corsa di carri ogni uomo che voleva corteggiare la propria figlia, uccidendo durante la corsa tutti i candidati. Però Pelope risultò più furbo del re e uccise Enomao, corrompendo il suo cocchiere in modo che colui danneggiasse una ruota del carro del re. Invece secondo le altre versioni del mito, Pelope doveva la sua vittoria all'aiuto di Zeus o di Poseidone. 

Le statue che rappresentano il mito della corsa di carri tra il re Enomao e Pelope




Scalpello del tempo

La famosa statua di Nike, privata del volto, è possibile notarla ormai dalla sala precedente e dal lungo corridoio. La statua, sostenuta su una base di pietra su uno sfondo blu assomiglia ad una figura angelica. E non ho del tutto torto, pensando in questo modo, visto che la statua nella sua versione originale aveva anche le ali. Nelle vicinanze, davanti ad una vetrina si affollano gli altri visitatori, ammirando un piccolo, schiacciato dal peso di secoli e della terra, elmo di Milziade, politico ateniese che partecipò alla battaglia di Maratona. 

Dietro le vetrine ci guardano le teste di leoni fatte di pietra, attraverso la cui buffa bocca tempo fa scorreva l'acqua. Mi fermo un attimo a guardare una piccola tazza nera, ritrovata allo studio di Fidia.  Il vaso è appositamente posizionato su una base di vetro, sotto cui si trova un piccolo specchietto, in modo che sia possibile vedere il nome dello scultore inciso sotto la tazza. Quando la folla febbrile finalmente si sposta, davanti ai nostri occhi appare quasi perfettamente conservata la statua di Hermes con Dioniso, scolpita da Prassitele. E' possibile guardare l'opera da tutte le parti, ammirando la perfetta esecuzione di essa, soprattutto per quanto riguarda le espressioni facciali. La statua è stata trovata nel tempio della dea Era alla fine degli anni '70 del XIX secolo, il che sarebbe una buffa ironia, visto che come risulta dalla mitologia greca, Era non accettava affatto Dioniso cui era il frutto dell'amore tra Zeus ed una mortale di nome Semele.

Elmo di Milziade


Tazza di Fidia, sotto la quale è ancora possibile vedre il nome dell'artista

Hermes con Dionisio visto, secondo la nostra guida, dalla parte preferita delle donne :)

Hermes con Dionisio

 
Informazioni pratiche e curiosità: 

- Il Museo archeologico si trova proprio a due passi dal sito archeologico e gli scavi dell'antica città di Olimpia. Un biglietto normale, valido un'intera giornata, costa 12 euro (ridotto 6 euro) e comprende l'ingresso al Museo Archeologico, il Museo della Storia dei Giochi Olimpici e l'area del sito archeologico di Olimpia.

- È inoltre possibile visitare il museo gratuitamente durante i seguenti giorni: il 6 marzo, il 18 aprile (Giornata internazionale dei monumenti), il 18 maggio (Giornata internazionale dei Musei), nonché l'ultimo fine settimana di settembre (Giornate Europee del Patrimonio), e ogni prima domenica del mese dal 1° novembre al 31 marzo, 

- Subito entrati al museo possiamo ammirare un modello dell'antica città di Olimpia con tutti i propri edifici ricostruiti,

- Oltre alle grandi statue antiche perfettamente esposte, nel museo si può ammirare una ricca collezione di bronzo e terracotta, così come gli oggetti trovati nello studio di Fidia. Tutti gli esemplari sono stati trovati presso gli scavi di Olimpia. 

Una mano perfetta



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