2 dic 2014

Quanti gradini hanno i ponti veneziani?


Venezia è uno di quei posti che non cambiano e perciò sembra di essere un luogo in cui il tempo non passa, ma semplicemente c’è, e si manifesta in un magico “presente”. La città sull'acqua  in un modo inspiegabile è diventata la più cara al mio cuore. E' un posto dove, paradossalmente viste le folle continue di turisti, ritrovo la pace, posso ascoltare il silenzio e riprendere il fiato. Come scrisse Josif Brodski nel “Fondamenta degli Incurabili”: L'amore è un sentimento disinteressato, una strada a senso unico. Ecco perché è possibile amare certe città, l'architettura di per sé, la musica, poeti defunti (...). Perché l'amore è una "liaison" tra un riflesso e il suo oggetto.”
Dunque, i nostri posti non sono altro che un riflesso di noi stessi. Io un mio chiaro riflesso l’ho trovato a Venezia, il che non pare qualcosa di straordinario, visto che,  in qualsiasi direzione guardiamo, siamo circondati dall’acqua.


Venezia decisamente è una città delle gambe insicure. Una città delle gambe, perché solo a piedi possiamo visitarla. E perché insicure? Non lasciatevi ingannare dai vaporetti. Il dondolamento che ci viene garanttito dalle fermate dei  trasporti acquei, ci rende conto che i nostri sensi, soprattutto quelli non abituati ad un continuo dondolio, non valgono nulla, e la città è in vantaggio su di noi, visto che fu costruita proprio sull’acqua. I viaggi col vaporetto, con il motore acceso, fanno parte di quegli stabili, invece solo quando il motore viene spento, ci ritroviamo a lottare con il proprio corpo.

Aveva ragione Tiziano Scarpa, scrivendo nella sua guida „Venezia è un pesce”: <<Poche malattie di cuore, a Venezia>>. Se sognate delle gambe musolose è un posto proprio per voi. A Venezia ci trovano circa 417 ponti, e ogniuno di essi ne ha una decina di gradini, i quali si fanno sentire soprattutto quando si divarica le gambe tra il tredicesimo gradino e quello quindicesimo tra la folla di gente.


Non è facile visitare Venezia. Dipendentemente da quanto vicino ad un monumento importante ti trovi, ti manca di più il respiro. E non sai chi ti spinge di più, o ancora quella donna dietro di te, o ormai sarà quell’uomo davanti. A volte mi chiedevo chissà dove e fino a che punto arriverei se permettessi a quella folla di gente di portarmi con loro. Oltre a Ponte Rialto, a Venezia, ci meraviglia ovviamente il Ponte dei Sospiri, di cui si dice che il suo nome debba al fatto che secoli fa, i prigionieri condannati a morte vennero condotti attraverso il ponte, dove potevano dare l’ultimo sguardo alla laguna e, naturalmente, fare l’ultimo sospiro. Tuttavia, hosentito dire che in realtà attraverso il ponte vennero condotti solamente i piccoli delinquentii, e quelli veri, pericolosi criminali vennero gettati nella prigione sotterranea sotto il palazzo. Oggigiorno, sotto il Ponte dei Sospiri passano in gondola gli innamorati, visto che si dice che il bacio dato sotto il ponte gli garantirà un grande amore fino alla tomba. Quanto è vero questo detto, non ne ho idea, però ho l’impressione che agli italiani proprio piacciono quelle credenze e gli stereotipi attraverso i quali l’Italia viene vista dagli strianieri come un paese delle raffiche d’amore e di Casanova. A Verona bisogna toccare il seno di Giulietta, a Venezia baciarci sotto il Ponte dei Sospiri. E sembra proprio italiano, no? :) Tuttavia, quasi come al balcone di Giulietta, così anche vicino al Ponte dei Sospiri, la folla che ti spinge la schiena chiaramente ti fa capire che il tuo tempo per “dare un’occhiata” è finito.




Un altro ponte tra quelli più conosciuti a Venezia è il Ponte dell’Accademia, uno dei quattro ponti che collegano due rive opposte di Canal Grande. Esso si trova di fronte alla Galleria dell’Accademia, dalla quale deriva il suo nome attuale.  Originariamente fu costruito di ferro e la sua forma finale doveva essere quella di pietra. Tuttavia nel frattempo fu ricostruito nella versione (inizialmente provvisoria) di legno, nella quale, con gli elementi metallici aggiunti, possiamo ammirarlo oggi.



Uno dei ponti meno conosciuti ma sicuramente interessanti per quanto riguarda il proprio nome e la propria storia è, collocato nel sestiere San Polo, il Ponte delle Tette. Il ponte il suo nome deve alle cortigiane che, affacciandosi dalla finestra verso il ponte, mostravano  ai passanti i propri seni.




Invece il ponte attraverso il quale passano tutti ma solo pochi si accorgono della sua importanza è, illuminato di notte, il Ponte della Costituzione, noto pure come il ponte di Calatrava, dal cognome dell’archittetto Santiago Calatrava. Il Ponte collega il Piazzale Roma con la stazione ferroviaria Venezia Santa Lucia ed è stato aperto al pubblico abbastanza recentemente, l’11 settembre 2008 e in questo modo è diventato il quarto ponte che unisce due rive opposte del Canal Grande.


Può sembrare che Venezia è una città di un continuo salire e discendere. E, in realtà, è proprio quel salire e discendere a tenerla unita. Può sembrare che la molteplicità di angoli, calli e ponti può confondere i nostri sensi, e favorendo la discesa dal sentiero,ci fa perdere la strada. Da una parte sì e dall’altra no. In primo luogo, Venezia è così piccola che in sole due ore siamo in grado di girarla tutta a piedi. In secondo luogo, onnipresenti indicazioni ci mostreranno la strada, e qualsiasi non sceglieressimo, prima o poi, ci ritroveremo davanti al Canal Grande.Ed alla fine, secondo me, per scoprire Venezia bisogna permetterle di guidarsi, e per ritrovarsi in essa e conoscerla veramente, bisogna prima perdersi in essa.

Sì, mi sono persa a Venezia. Più di una volta.

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