26 nov 2014

I viaggi spaziali alla fucina di Efesto



“Tutto ciò che la natura ha di grande, tutto ciò che ha di piacevole, tutto ciò che ha di terribile, si può paragonare all’Etna e l’Etna non si può paragonare a nulla”
Dominique Vivand Denon ,“Voyage en Sicilie”


Il viaggiare non significa solamente lo spostarsi nello spazio. Il viaggio è anche un tipo di spostamento da un’onda all’altra. Viaggiando ci spostiamo dalle nostre onde a quelle nuove, a volte più forti del luogo visitato. Nel nostro cuore rimangono soprattutto quei posti in cui la natura mostra la propria superiorità sull’uomo, rimesso al secondo piano e, che sembra acconsentire a questa sottomissione. Uno di questi posti si trova in Sicilia. Si tratta ovviamente dell’Etna, un vulcano siciliano attivo, il quale, ormai visto dall’aereo un po’ spaventa e meraviglia. Ed a volte, a quanto si dice, si senta il suo mormorare silenzioso.






Divina e affascinante



Etna è collocata nella parte nord-est dell’isola e raggiunge l’altezza di oltre 3340 metri s.l.m. Quando deciderete di farvi un viaggio in Sicilia, noterete il vulcano già dall’aereo. La sua maestosità da secoli inspira gli umani, ed anche oggi nessuno ne rimane indifferente. Nella storia, l’Etna assumeva diverse forme nelle credenze degli umani, e, per quanto riguarda quest’argomento, addirittura la mitologia greca sembra indecisa. Secondo uno dei miti, proprio nel vulcavo doveva essere collocata la fucina di uno degli dei, Efesto; L’altro invece dice che sotto l’isola fosse stato sepolto uno dei giganti, Encelado, la cui bocca si doveva trovare proprio sotto il vulcano.  Invece il nome di questa montagna di fuoco doveva derivare dal nome di una delle nimfe siciliane. Infatti, l’Etna, semplicemente divina, un po’ spaventosa e decisamente affascinante, guardata sia da lontano sia da vicino ci fa sentire un piccolo brivido che passa attraverso il nostro corpo.


Escursione siciliana sul Marte


Le escursioni sull’Etna assomigliano ad una gita in montagna che finisce su un altro pianeta. Ai piedi del vulcano si trova il Parco dell’Etna, coperto dalle foreste che arrivano fino ai 2200 metri s.l.m.  Il paesaggio del parco sembra piuttosto “poco siciliano”, ma è perfetto per un picnic nel cuore della foresta. Un attimo dopo lasciamo il verde del bosco dietro le spalle e la strada serpeggiante ci porta sempre più in alto. Cominciano ad apparire la nebbia ed il freddo  (la differenza di  temperatura può essere anche di 10 gradi!), ed alla fine iniziamo a notare che la terra vicino alla strada è diventata  una lava rappresa. Mentre proseguivo lungo la strada serpeggiante, in mente mi venivano solo i numeri: pensavo, chissà quante tonnellate di lava si trovano adesso sotto di noi e di quante eruzioni passate. Una di quelle più conosciute e più tragiche era quella del 1669, quando la lava arrivò fino alla città di Catania e entrando nel mare, formò oltre di un chilometro della nuova terraferma, la quale oggi, un po’ strappata e ondulata, assomiglia ad un asfalto storto. Nello stesso tempo provocando paura e meraviglia con l’azzurro del mare in fondo.







La costa di Catania

Un altro paesaggio ci aspetta alla fine del nostro percorso fatto con la macchina, ovvero un enorme parcheggio, vicino al quale non mancano i ristoranti ed i negozi con i souvenir, in cui, oltre alle cartoline, si possono comprare le figure fatte di lava. Così il turismo fiorisce sempre e dappertutto. Sul parcheggio arrivano i pullman dai quali scendono i turisti di tutta l’Europa. Tutti quasi nello stesso tempo e modo cercano di riscaldare con le mani le proprie braccia e coprirsi dalle forti ventate. Le scarpe estive vengono cambiate in scarpe da tennis sotto cui la cenere vulcanica crocchia come una neve fresca.








La strada che porta sulla cima


Sulla cima del vulcano è possibile arrivare tramite una funivia, invece a piedi abbiamo la possibilità di visitare i crateri avventizi, di cui l’Etna sembra  essere piena. Il paesaggio vulcanico che appare davanti agli occhi sull’Etna è davvero non terrestre. La terra è coperta da una cenere rosso-nera come della polvere che con facilità entra nelle scarpe. Il vento soffia in modo spaventoso e sembra diventare sempre più forte, e salendo sui crateri della madre Etna ci si può sentire come un esploratore dei nuovi mondi. Il vento smorza tutte le voci intorno, le quali, deformi, sembrano essere un mormorare rimbombante del vulcano stesso, quasi impaziente della nostra prolungata visita. Secondo Dominique Vivand Denon, l’Etna non si può paragonarla a niente, invece nella mia opinione, essa, con la propria severità, assomiglia a Marte. Davanti ai nostri occhi si estende un infinito delle dune nero-rosse avvolte dalle nuvole all’orizzonte: un mitologico, governato dalla natura, paese, in cui l’uomo è soltanto un ospite.









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