15 giu 2015

Un pensiero che viene ballato



La notte era calda, ma non afosa. Il vento è cessato, e l’unico soffio d’aria che veniva contro la mia faccia, con delicatezza, era quello messo in moto durante la marcia. Il silenzio che ci circondava sembrava assumere la forma di una nebbia densa in cui entravamo con ogni passo. Le nostre parole risuonavano con l’eco tra i canali. L’unica anima viva che si è fatta vedere da lontano è stato un gatto seduto vicino ad un palazzo a guardarci. Un attimo dopo abbiamo sentito i primi frastuoni delle conversazioni e delle posate e dei piatti messi in ordine. I piccoli ristoranti stavano piano piano chiudendo. I camerieri portavano dentro le sedie ed i tavoli. Alcuni ci salutavano con un gesto, altri nemmeno si facevano caso della nostra presenza. Qualcuno nel palazzo accanto ha aperto una finestra. Abbiamo attraversato un ponte e sottoportego ed alle nostre orecchie sono cominciate ad arrivare le prime linee melodiche, le quali con ogni passo diventavano più comprensibili. Poco dopo siamo arrivati in Campo San Giacomo e la musica è diventata chiarissima. La notte era eccezionalmente buia e nonostante i lampioni accesi, i contorni delle persone che si trovavano in mezzo del campo sembravano indistinte. Tutte le coppie parevano scivolare delicatamente sul lastrico veneziano, i movimenti di alcuni erano più sciolti, degli altri invece di meno. Alle nostre orecchie arrivavano le risate allegre e un ritmo deciso e un po’ nostalgico del tango. Quasi stavo dimenticando com’è bello ballare.


In che ritmo ballano gli italiani?

Con il ballo funziona così che se uno almeno una volta nella sua vita ha avuto l’occasione di provarlo ed era in grado di provarne l’allegria, più avanti esso lo insegue come un’ombra e un desiderio inappagato. Il ballo è come un secondo linguaggio che permette di esprimere in modo muto tutto quello che è inesprimibile. I balli tradizionali di un paese invece sono un modo di raccontare la storia della nazione o della regione tramite i passi ed un ritmo battuto.  Mi ricordo vagamente quando anni fa ho avuto possibilità di vedere uno show di flamenco. A quei tempi non ne capivo tanto, ma l’impressione che ha suscitato è rimasta con me fino ad ora e risuona continuamente nella mia testa, dicendo “ritorna”. Per quanto riguarda l’Italia , può sembrare che attualmente l’unico ballo con il quale gli italiani abbiano a che fare è “mi-chino-e-mi-accoscio-in-modo-strano” delle discoteche, ma per fortuna l’Italia è un paese delle tradizioni in cui, soprattutto al sud, esse vengono coltivate e delle quali si è semplicemente fieri.

Il ballo - un frutto del morso

Con il ballo in Italia funziona così come con i dialetti, cioè cambiano da regione a regione, ed a volte anche da paese a paese. Però per poter domare la loro molteplicità, i balli tradizionali dell’Italia meridionale sono state chiamate con un termine comune Tarantella. La prima fonte storica che ne parla risale al XVII secolo ed è legata al fenomeno con il cosiddetto tarantismo. Il tarantismo è un insieme di comportamenti, gli attacchi isterici, che dovevano essere provocati da un morso del ragno tarantola. A seconda delle credenze, alcuni musicanti, tramite una scelta adeguata dei suoni, erano in grado di far guarire o calmare gli attacchi di isteria causati dal veleno del ragno, il quale tramite una danza energica doveva essere eliminato più facilmente dal corpo del malato. I musicisti suonavano, a volte per giorni, e la persona morsa si metteva a ballare nel ritmo della loro musica (oppure ballava sdraiata). Col tempo la tarantella è diventata il simbolo della cultura locale e un ballo tradizionale, ed oggi ne esistono vari tipi. Una di esse è la tarantella calabrese, ballata in un cerchio (rota), sotto il comando del maestro che indica i primi passi del ballo ed in seguito le persone che dovranno ballare in coppia.
Altro tipo di ballo tradizionale del sud d’Italia è la pizzica, collegata soprattutto con la Penisola di Salento in Puglia. La pizzica veniva ballata soprattutto in occasione delle feste in famiglia in accompagnamento di diversi strumenti, come tamburello ed il violino. La pizzica poteva essere ballata tra i familiari, diventando così un divertimento comune. Invece ballata da due uomini diventava una prova di abilità. Un elemento quasi immancabile della danza era un fazzoletto che veniva usato come un invito a ballare. La pizzica è vivace, ritmica ed allegra. Ci fa pensare ad un trance piacevole in cui i ballerini cadono una volta sottomessi alla musica. I passi ed i movimenti sembrano improvvisati e la danza stessa pare essere un insieme dei salti caotici, che in realtà sono una coreografia ben pensata che loda la vita. Così dagli esorcismi è nata la tradizione ed un morso del ragno è diventato un motivo per poter ballare.

Pizzica.jpg
Fonte: Wikipedia; "Pizzica". Con licenza GFDL con disclaimer tramite Wikipedia.
                 

Con chi si balla il valzer?

Era ormai tardi, non potevamo contare su nessun autobus quindi abbiamo preso un taxi.
“Ballate là anche il tango?”, ha chiesto il tassista, incuriosito. Abbiamo risposto di no.
Ha storto il naso.
 “A voi giovani piacciono quei balli latinoamericani”, ha detto (“Ed il tango è proprio argentino”, ho pensato), “ma va bene, almeno sarà un tipo di sport. Alla vostra età è giusto fare lo sport”, ha aggiunto però nel suo tono ho sentito un leggero disprezzo.
Il Mio Amato ha continuato l’argomento ed abbiamo attaccato un discorso.
“Valzer, mazurca, polka!”, enumerava ogni tanto finché questa enumerazione abbia assunto un carattere dell’intermezzo tra un suo pensiero e l’altro.
Non ero sicura se abbia capito che non siamo contro le danze classiche ma l’abbiamo lasciato continuare.
“I latino-americani non ballano i nostri balli perché sono troppo difficili. E noi invece impariamo le loro danze saltate anche se abbiamo le nostre più belle”, continuava a persistere nella sua idea, “Inoltre, la salsa cubana non è pratica. Avete visto un 70enne ballare la salsa cubana con una 60enne?”, ha chiesto anche se grazie al tono della sua voce quella frase sembrava proprio un’affermazione che in nessun modo poteva essere messa in discussione.
Ci siamo scambiati gli sguardi in silenzio.
“Il valzer è un ballo vero e proprio”, continuava, “Quando hai 70 anni e balli il valzer susciti l’ammirazione. Ed il rispetto. E quanti meravigliosi italiani erano i maestri del tango! Una volta, tempo fa, ho visto un vecchietto ballare il valzer. Questa era una classe! Ed ora? Ora, tutti loro sono già morti”.


Le curiosità pratiche: 

 - d’estate a Venezia, ogni martedì in Campo San Giacomo ed ogni mercoledì nei giardini della chiesa Santa Maria della Salute potete ballare milonga e tango.

 - da giugno a Bologna in Villa Serena dominano i ritmi latinoamericani: salsa cubana e bachata.

 * per tutti curiosi del tango a Venezia vale la pena dare un'occhiata qui:





 * per tutti curiosi della pizzica:





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