A Mantova siamo arrivati , diciamo, per caso. Inizialmente la nostra meta doveva essere la
Liguria, però visto che in quei giorni prevedevano le precipitazioni per tutte
le coste del nord d’Italia, abbiamo deciso di non lasciar perdere e andare in
un posto in cui l’ombrello non ci sarebbe servito. Grazie allo sviluppo della
tecnologia, con pochi tocchi delle dita ci siamo avvicinati abbastanza a
qualsiasi luogo degno di nota sulla mappa. Come è venuto fuori, la mappa
dettagliata delle alcune regioni d’Italia mi sorprende sempre, e per questo la
nostra scelta era ovvia: circondata da tre laghi, soleggiata Mantova.
Cigni e principi
La strada
principale che ci porta all’entrata della città assomiglia quasi ad un tratto reale. Una lunga strada
a doppia carreggiata ci conduce verso il centro della città che si espone
orgogliosamente dall’altra parte della riva. A Mantova ce ne sono 3 laghi: Lago
Superiore, Lago di Mezzo e Lago Inferiore.
Nei vecchi tempi al sud della città ci fu il quarto chiamato Lago
Paiolo, prosciugato alla fine del XVIII secolo. Altri tre laghi che circondano
la città sono artificiali, che però durante le giornate canicolari rinfrescano con
l’aura gli abitanti sdraiati lungo la riva sulle coperte o sulle panchine. La
vendita dei gelati va alla grande, e nelle vicinanze serpeggia una fila delle
persone desiderose di farsi un’escursione in battello sul lago. Nell’aria si
sente un odore fresco dell'acqua e un vento avvolgente che
soffia dal lago quasi ci prende per la mano sussurrando come il tiglio di
Kochanowski , poeta polacco, : “Caro ospite, siediti sotto le mie foglie,
riposati!”. Acconsentiamo all’invito appena alla fine della nostra gita,
riprendendo il respiro, esponendosi ai raggi del sole e osservando i cigni che
sguazzano nell’acqua.
Colorata mappa di Mantova trovata vicino all'entrata della città |
Appena arrivati
ci siamo recati verso la Piazza Sordello, la quale viene ornata dal Duomo
costruito in due stili. Come mai in due stili? Allora, la Cattedrale (in stile
romano) fu costruita tra il XIV ed il XV
secolo sul posto di un altra chiesa, bruciata nei tempi del medioevo. Invece la
facciata barocca della cattedrale, la quale possiamo ammirare ora, proviene dal
XVIII secolo e rende il duomo insolito e dà un’illusione di multilivelli, visto
che i lati della cattedrale rimangono sempre dello stile romano. Troviamo il
parcheggio quasi subito anche se pieni di dubbi se quello sicuramente non fosse
un posto vietato. Però chi se ne frega, alla fine era sabato! ;) In Piazza
Sordello si trova anche il Palazzo del Capitano, che fa parte del Palazzo
Ducale, il quale attraversando entriamo in un giardino, in cui i vialetti si
intrecciano a forma di un cerchio. Sorpresi ma non affascinati godiamo la vista
ed in seguito proseguiamo di nuovo nel fondo delle vie. La città ci chiama!
Una vista panoramica della Piazza Sordello |
Mantova, con la
molteplicità dei palazzi colorati, la cui storia l’ho conosciuta spesso dopo essere
tornata a casa, mi ha incantato con la propria imprevedibilità. Nascosta tra i
laghi, modesta che non suscita dei sospetti, si è dimostrata una cassa piena
degli oggetti affascinanti ma dimenticati.
Per il pranzo ci siamo fermati in un ristorantino e nelle sue vicinanze, per strada, suonava un gruppo di musicisti accompagnato dall’applauso dei passanti. Ci lasciamo guidare dai venti della città che ci conducono verso il Castello di San Giorgio. Il castello, costruito, similmente al duomo, fra il XIV ed il XV secolo, dolorosamente ci mostra le proprie cicatrici del tempo. Nel fossato c’è ancora l’acqua, ormai coperta dalla lemna verde. Due torri sono collegate con un ponte di legno che persino da lontano sembra fragile ed instabile. Ritornando verso la Piazza Sordello, giriamo verso la Piazza del Castello, che porta i visitanti verso l’entrata del castello. La piazza, non so perché, secondo me assomigliava al cortile del castello di Wawel a Cracovia, anche se privo di un’energia forte del charka di Wawel.
Per il pranzo ci siamo fermati in un ristorantino e nelle sue vicinanze, per strada, suonava un gruppo di musicisti accompagnato dall’applauso dei passanti. Ci lasciamo guidare dai venti della città che ci conducono verso il Castello di San Giorgio. Il castello, costruito, similmente al duomo, fra il XIV ed il XV secolo, dolorosamente ci mostra le proprie cicatrici del tempo. Nel fossato c’è ancora l’acqua, ormai coperta dalla lemna verde. Due torri sono collegate con un ponte di legno che persino da lontano sembra fragile ed instabile. Ritornando verso la Piazza Sordello, giriamo verso la Piazza del Castello, che porta i visitanti verso l’entrata del castello. La piazza, non so perché, secondo me assomigliava al cortile del castello di Wawel a Cracovia, anche se privo di un’energia forte del charka di Wawel.
I portici in Piazza del Castello |
Caffè culturale
Vale la pena
finire il pomeriggio con un buon caffè. La nostra scelta è risultata una scelta
poetica, visto che al Caffè Modì, dove
abbiamo bevuto una dose di caffeina desiderata, hanno luogo delle serate di
poesia, e le pareti del locale sono coperte con la carta da parati con delle
poesie. Se si sveglierà in voi un’anima del poeta potete lasciare il proprio
pensiero in un quaderno degli ospiti, in cui i visitanti, formando le rime
oppure no, hanno disegnato i propri, a volte dolorosi, pensieri. Nelle nostre
mani è finito quello del 2007, riempito dalle dediche dalla prima pagina
all’ultima. L'ultima serata di poesia era prevista per il 15 maggio 2015.
Alla fine della giornata arrivano le nuvole ed il vento. Il paesaggio perde
i propri colori e riprende le sfumature matte di grigio. Anche se la pioggia
non era prevista, le rive del lago piano piano si spopolano. Restano solo dei
pescatori silenziosi e alcune coppie serene che sussurrano come se fossero ansiosi
che lo specchio del lago potesse portar via le loro parole alle orecchie non
desiderate. Mi fermo e sento un piacevole dolore dei piedi. È arrivato il
momento di tornare.
Un balcone primaverile trovato vicino la Piazza delle Erbe :) |
Mantova si è presentata come una città che avvolge tutti coloro che la visitano e incanta con il proprio carattere pittoresco. E' decisamente una città della quale non si parla abbastanza. |
LA PROSSIMA VOLTA CHE PASSATE EPR MANTOVA Però DOVETE ASSAGGIARE LE SUE DELIZIE CULINARIE , COME LA TORTA ALLE ROSE O LA TORTA ELVETIA..SONO SUPER BUONE O LA SUPER BUONA FOCACCIA TIROT..MANTOVA è BELLISSIMA MA SCUSAMI SONO INCINTA E TENDO A PENSARE MOLTO AL CIBO IN QUESTO PERIODOD AHAHAH
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