Sfrecciamo così attraverso un paesaggio arancione-verde della Toscana, dei lunghi campi sembrano allungarsi dopo di che spariscono dietro di noi, quando ogni tanto mi giro a darli un ultimo sguardo. Alla radio Gianna Nannini canta "ti voglio tanto bene", confessandoci un affetto, noi invece, indifferenti, seguiamo dei campi larghi fuori il finestrino. Qui, in campagna, i paesaggi sognati della Toscana assumono una forma reale. Gli alti cipressi slanciati danno un carattere spensieroso a quella strada stretta, accanto alla quale due capre pascolano e nella fattoria vicina passeggia un grande gallo orgoglioso, il cui canto mi sveglia ogni mattina poco dopo l'alba. Un cielo grigio e nuvoloso ci avvolge con un'atmosfera pesante e nostalgica, dunque tutti preferiamo stare in silenzio a guardare i singoli villaggi passare, invece di impegnarci in una vivace discussione. Una densa nebbia di riflessioni si scoglie quando entriamo in autostrada. Prima, rimbalziamo un po' su alcune irregolarità, e poi entriamo in un traffico fluido, veloce e regolare su un asfalto perfettamente piano. Come se improvvisamente svegliati da un sonno profondo, ci guardiamo l'un l'altro ed il nostro automobilista se per caso anche lui non sia caduto in quello stato di un piacevole rilasso. Alessia si gira dal sedile posteriore e ci offre le praline. "Siete mai state a Siena? ", ci chiede.
1 dic 2015
Baci da Siena
Sfrecciamo così attraverso un paesaggio arancione-verde della Toscana, dei lunghi campi sembrano allungarsi dopo di che spariscono dietro di noi, quando ogni tanto mi giro a darli un ultimo sguardo. Alla radio Gianna Nannini canta "ti voglio tanto bene", confessandoci un affetto, noi invece, indifferenti, seguiamo dei campi larghi fuori il finestrino. Qui, in campagna, i paesaggi sognati della Toscana assumono una forma reale. Gli alti cipressi slanciati danno un carattere spensieroso a quella strada stretta, accanto alla quale due capre pascolano e nella fattoria vicina passeggia un grande gallo orgoglioso, il cui canto mi sveglia ogni mattina poco dopo l'alba. Un cielo grigio e nuvoloso ci avvolge con un'atmosfera pesante e nostalgica, dunque tutti preferiamo stare in silenzio a guardare i singoli villaggi passare, invece di impegnarci in una vivace discussione. Una densa nebbia di riflessioni si scoglie quando entriamo in autostrada. Prima, rimbalziamo un po' su alcune irregolarità, e poi entriamo in un traffico fluido, veloce e regolare su un asfalto perfettamente piano. Come se improvvisamente svegliati da un sonno profondo, ci guardiamo l'un l'altro ed il nostro automobilista se per caso anche lui non sia caduto in quello stato di un piacevole rilasso. Alessia si gira dal sedile posteriore e ci offre le praline. "Siete mai state a Siena? ", ci chiede.
18 nov 2015
Pappagalli e case di pan di zenzero, ovvero i parchi di Barcellona
In mano non ho una mappa, cammino a volte indovinando le direzioni. Mi fermo un attimo di fronte ad un alto, vecchio palazzo riempito con le piante. I vasi sono appoggiati tutti in fila davanti alla porta, gli altri appesi sotto la finestra e gli altri ancora sopra di essa, ed i fusti verdi ondeggiano dolcemente, dondolate da un vento delicato e caldo. Se non fosse per questa flora timida, i vecchi muri sembrerebbero essere completamente abbandonati. Dietro di me , i bambini corrono, giocando a pallone, ed i loro genitori stanno seduti sulle panchine, coinvolti in una discussione appassionata. Accanto a me passa un gruppo di adolescenti che fissano lo schermo di un tablet e scoppiano dalle risate. Ho una sensazione che solo io ho notato questa molteplicità di vasi e l'ondeggiare dei fusti. E’ strano come a volte i nostri occhi si abituano così fortemente ad alcune immagini, rendendole perfino invisibili per noi.
17 ott 2015
Guarda giù, ovvero le terrazze di Barcellona
Dall’alto tutto
sembra diverso. È possibile guardare da un’altra prospettiva una partita di
calcetto sulla strada, notare l’irregolarità delle strade, una scala misteriosa
che porta da un balcone al tetto oppure una terrazza decorata a cui non porta
nessuna scala. In lontananza, in un giardino denso sulla terrazza qualcuno fuma
una sigaretta, chiaramente non gli basta respirare un ossigeno indispensabile
creato dalle piante che lo circondano. Sul balcone vicino una donna appende il
bucato alzando il volume della radio ed
un ritmo vivace della canzone rimbalza come una piccola palla gonfiabile
dai muri degli edifici vicini. Un attimo fa sento un tintinnio delle monete e
un rumore di una lattina caduta. Dietro di me un uomo con delle ciabatte da
mare apre la sua pepsi che un attimo fa si è rotolata verso le sue mani da un
distributore automatico che ronzava come uno sciame di api. Colui si guarda
intorno, dando un’occhiata ai tetti di Barcellona dopo di che lentamente
sparisce dietro la porta del vano scale.
10 ott 2015
Un muffin in volo
Quasi quasi
abbiamo perso il treno.
Quando alla
stazione, vicino ai distributori di biglietti cercavo per la terza volta di spiegare ad una
signora con i capelli biondi che con il foglietto che aveva appena acquistato
potrà tranquillamente prendere il treno per Venezia a qualsiasi ora di quel
giorno se prende un treno regionale, il Mio Amato mi toccava col gomito,
guardando nervosamente l’orologio. “Stiamo
per perdere il treno”, sibilava, sorridendo con nervosismo alla signora di una
nazionalità indefinita, con la quale stavo discutendo. Lo stress mi ha stretto
la gola quando ho informato la donna di questo fatto ed a lei sembrava non
importare che il nostro treno stava per partire e continuava a fare le domande.
Le ho rispiegato, passo dopo passo, tutto quello che doveva fare (convalidare
il biglietto e salire sul treno), dopo di che, assicurandola ancora una volta
che tutto andrà bene e arriverà a
Venezia se fara come le avevo appena detto, ci siamo salutate così
affettuosamente come in fretta.
Quando siamo
arrivati al binario, il treno suonava ormai impazientemente, pronto a partire.
“Ma com’è possibile
che noi sempre dobbiamo andare in fretta?”, ha chiesto retoricamente l’Amato, sedendosi
accando a me.
2 ott 2015
Quando i luoghi ci chiamano
E' successo.
Ho messo il naso al di fuori
dello stivale italiano. L'inaspettato
non mi ha spazzato, anche se durante l'atterraggio le turbolenze hanno scosso
tutto l'aereo. Mamma
diceva che là le turbolenze capitano spesso, tuttavia non ero sicura se quella
volta non fosse stato il tremare del mio cuore. Guardò fuori dalla finestra e
al di sotto delle nuvole dense, si poteva vedere il contorno del porto. Siamo
arrivati.
Non mi ricordo il primo momento
in cui ho sentito l'aria locale nei miei polmoni, ma se nella mia mente
camminavo così tante volte su quella terra, ed il mio io
sembrava conoscere a memoria la composizione delle strade, forse il mio
corpo ha riconosciuto come familiare anche l'aria. Quello che è successo dopo, dal momento in cui sono
scesa dall'aereo, poi salita sull'autobus e alla fine arrivata a carrer
d'Urgell, mi sembrava un delirio onirico e come accade in un sogno, delle
seguenze di scene irreali di cui ero testimone. Al carrer d'Urgell siamo scesi
come gli unici e invece di una folla di gente, e tra di loro i borseggiatori,
per strada c'era solo una signora seduta sulla panchina e un gruppo di giovani
che stavano andando lungo la strada con un passo veloce. Quando, sorridendoci,
ci siamo messi a camminare giù la strada, davanti agli occhi avevo ancora le
parole, visualizzate su un piccolo schermo in autobus, accompagnate da una emoticon
sorridente "Hooray!You are finally here!".
18 set 2015
La regata e le chiavi veneziane
Ormai dalla metà di agosto la superficie pubblicitaria
della città è stata riempita con dei poster che informavano sull’evento.
Venezia, essendo in effetti proprio un monumento, può vantarsi del fatto che i
muri dei palazzi e le facciate delle chiese sono rimaste prive di qualcun tipo di “arte urbana” come
per esempio i graffiti. I poster vengono appesi soprattutto sui pannelli che
coprono gli edifici ristrutturati. I
lavori di ristrutturazione vengono svolti a Venezia quasi per tutto il tempo
quindi la quantità delle superfici per appendere i poster sembrano infinite.
Salendo in vaporetto oppure camminando lungo i canali,
spesso, incuriosita, mi giravo per dare un’occhiata ai veneziani e alle veneziane
che remavano accanitamente sul Canal Grande. Come ogni anno, la regata si
intreccia con la mostra del cinema a Venezia, e per questo a volte è
possibile vedere una barca della TV Rai, fermata davanti ad uno dei palazzi
sull’acqua. Settembre è un mese in cui Venezia è eccezionalmente affollata,
anche se in teoria la stagione estiva è terminata.
8 ago 2015
Mosaici, melone e rose
Ravenna, la possiamo conoscere camminando lungo i lunghi viali, pieni di
motorini rumorosi che lasciano dietro di sé l'odore di gas di scarico; camminando lungo le stradine dove risuonano i suoni di conversazioni e dove si sente un profumo di un caffè
appena fatto. Seduti in una caffetteria vicino alla finestra, possiamo
diventare un pigro osservatore, mordere delicatamente il cucchiaino come se
fosse una matita e guardare il mondo fuori la finestra. Poi,
arriva un momento di delusione e riflessione che le città che visitiamo sono
soprattutto un insieme delle faccende quotidiane, un centro fatto di asfalto in
cui la vita pulsa nel ritmo di mandare una lettera, pagare le bollette, nel
tempo di arrivare in autobus o in macchina al lavoro e poi a casa. Annuiamo
sulla comprensione dello stato delle cose e sentiamo un certo sollievo quando
ci rendiamo conto che, mordendo il cucchiaino e poi camminando lungho i viali,
facciamo parte di questo centro pulsante e per un attimo, un’ora o per un
giorno possiamo condividere con esso la quotidianità.
24 lug 2015
Guida italiana: Rimini
La rossa d'estate cambia il colore, assumendo le sfumature bordò. Succede così a causa della vampa del sole e del caldo che emana dall'asfalto e si diffonde nell'aria, entrando anche negli angoli più stretti, più nascosti e bui. L'aria è pesante anche nell'ombra dei portici. Per questo d'estate (e a volte anche di primavera, durante i weekend) le strade diventano vuote, i negozi chiudono, e solo da qualche parte si vedono dei singoli turisti che camminano lentamente non tanto contenti della propria solitudine in una grande città. Bologna diventa una città-fantasma, e tutti i cittadini prendono la stessa destinazione: al mare.
29 giu 2015
I limoni liguri
Il benvenuto ce l’hanno
dato il rumore del ruscello ed i limoni sugli alberi. Le nuvole che
inizialmente annunciavano la pioggia, si sono dissipate definitivamente. Mentre
scendevamo lungo le vie ancora vuote, ci accompagnavano i raggi forti del sole
ed il rumore dell’acqua il cui suono, di notte, deve diventare veramente
calmante. Quanto le spiaggie del Mar Adriatico sono di solito sabbiose, tanto
le coste del Mar Ligure sono di solito rocciose, tagliate dalle falesie, sulle
quali sono state costruite in modo solido e quasi impossibile le città con i
muri colorati delle case, dipinte come per una mostra. Non so se i loro
abitanti se ne rendano conto, quanta confusione e quante emozioni suscitano le loro
case, in realtà spesso trascurate, che contengono solo il minimo
indispensabile, in cui però cova una bellezza modesta verso la quale sono
rivolti gli occhi di tutto il mondo.
15 giu 2015
Un pensiero che viene ballato
La notte era calda, ma non afosa. Il vento è cessato, e l’unico soffio d’aria che veniva contro la mia faccia, con delicatezza, era quello messo in moto durante la marcia. Il silenzio che ci circondava sembrava assumere la forma di una nebbia densa in cui entravamo con ogni passo. Le nostre parole risuonavano con l’eco tra i canali. L’unica anima viva che si è fatta vedere da lontano è stato un gatto seduto vicino ad un palazzo a guardarci. Un attimo dopo abbiamo sentito i primi frastuoni delle conversazioni e delle posate e dei piatti messi in ordine. I piccoli ristoranti stavano piano piano chiudendo. I camerieri portavano dentro le sedie ed i tavoli. Alcuni ci salutavano con un gesto, altri nemmeno si facevano caso della nostra presenza. Qualcuno nel palazzo accanto ha aperto una finestra. Abbiamo attraversato un ponte e sottoportego ed alle nostre orecchie sono cominciate ad arrivare le prime linee melodiche, le quali con ogni passo diventavano più comprensibili. Poco dopo siamo arrivati in Campo San Giacomo e la musica è diventata chiarissima. La notte era eccezionalmente buia e nonostante i lampioni accesi, i contorni delle persone che si trovavano in mezzo del campo sembravano indistinte. Tutte le coppie parevano scivolare delicatamente sul lastrico veneziano, i movimenti di alcuni erano più sciolti, degli altri invece di meno. Alle nostre orecchie arrivavano le risate allegre e un ritmo deciso e un po’ nostalgico del tango. Quasi stavo dimenticando com’è bello ballare.
18 mag 2015
Mantova: il lago dei cigni
A Mantova siamo arrivati , diciamo, per caso. Inizialmente la nostra meta doveva essere la
Liguria, però visto che in quei giorni prevedevano le precipitazioni per tutte
le coste del nord d’Italia, abbiamo deciso di non lasciar perdere e andare in
un posto in cui l’ombrello non ci sarebbe servito. Grazie allo sviluppo della
tecnologia, con pochi tocchi delle dita ci siamo avvicinati abbastanza a
qualsiasi luogo degno di nota sulla mappa. Come è venuto fuori, la mappa
dettagliata delle alcune regioni d’Italia mi sorprende sempre, e per questo la
nostra scelta era ovvia: circondata da tre laghi, soleggiata Mantova.
25 apr 2015
La vampa del sole d'agosto
Anche se siamo
arrivati di mattina, il sole ormai era abbastanza forte. Stavo su un asfalto
bollente del parccheggio cercando un po’ di ombra. Mi sono pentita di non aver
portato delle altre scarpe, più coperte. Nonostante i soffi delicati del vento,
anche camminando sentivo come il sole mi abbronzava le braccia ed i piedi fino
alla rossezza. Proseguivamo per le scale di pietra in alto verso il centro
della città, il quale sembrava guardarci dall’alto. Stava lì pesante, resistente al
caldo, spuntando piano piano davanti ai nostri occhi dagli angoli. Gli edifici
alti, collocati stabilmente sulle scarpate sembravano aderire ad esse così
solidamente come se da sempre fossero un’unica cosa. Come se quelle rocce
ripide si fossero consapevolmente lasciate sottomettere all’uomo perché quello
avesse potuto costruirci le propre case.
15 apr 2015
Acrobazie sulla corda
Siamo partite
dalla fermata Fondamente Nove, alla quale si affollava ormai un notevole viavai
di persone. Tra di loro c’erano soprattutto le famiglie con i bambini, le
coppie di turisti, dei singoli passeggeri tristi e pensierosi ed, infine, noi. Quando la fermata di vaporetto era tutta riempita dei corpi sudati, diventava
abbastanza stabile in modo che per un attimo si poteva dimenticare di stare sull’acqua.
Quando però quel casotto galleggiante sull’acqua era quasi vuoto, e le singole persone stipate negli
angoli erano sedute sulle panchine strette, aspettando il trasporto acqueo, una volta entrati nella fermata dondolante era possibile sentirsi come su uno dei giochi
gonfiabili per i bambini, dove i ragazzini si arrampicano per poi poter
scivolare dallo scivolo. Noi siamo scivolate dalla fermata al
vaporetto e abbiamo trovato due posti, abbastanza all’ombra.
1 apr 2015
Carabinieri nel Palazzo Ducale
![]() |
L'archittetura sottoposta alla natura in Piazzale della Pace; a destra (invisibile ormai sulla foto) il Palazzo della Pilotta. |
Visitare i posti è
difficile e divertente. Saper scoprire i luoghi visitati è una capacità
stranamente complicata, per essere in grado di camminare per tutta la città
guardando tutto senza vedere veramente
niente. È divertente andare da una parte e , guardando intorno, rendersi
conto che probabilmente sei l’unico turista. Sarà un po’ come con
un’affermazione: “vai alla mia città natale? Perché? Là non c’è niente.” E la
gita comincia ad essere più interessante quando quel „niente” inizia a prendere
forma.
10 mar 2015
Bologna (non) banale
Cosa c’è di bello
a Bologna? Una volta ho sentito dire che sembra medievale. Beh, un tratto
caratteristico delle vecchie città, e in un certo senso un loro vantaggio, è
che ricordano i tempi lontani ed oscuri, in cui possiamo specchiarci, dando un’occhiata
negli angoli bui. Bologna non è romantica, né alla moda, ed a prima vista non
ci fa pensare a niente di particolare. Sembra più carina in pieno sole, durante le tranquille passeggiate e secondo alcuni anche di notte prima delle feste natalizie.
27 feb 2015
Troppa Toscana?
Quando domando a qualcuno
„quale luogo ti viene in mente se ti chiedo dell’Italia?”, la risposta più
frequente è la Toscana. Toscana in generale, come se tutti i posti della
regione fossero uguali. Le “campagne italiane” incantevoli, i colorati campi
spirali, i lunghi viali lungo i quali crescono gli alberi, le olive, il vino e
le gite spensierate in vespa. L’idillio, in altre parole. Se girando nella
libreria arriveremo alla sezione della letteratura straniera, sicuramente
troveremo almeno 3 libri di diversi autori (di solito autrici) intitolate “Le
vigne in Toscana”, “La mia Toscana”, “Villetta in Toscana” ecc. (i titoli li ho
inventati da sola in questo momento, ma sono sicura che almeno uno di essi esite
davvero). Tempo fa alcuni libri simili
sono finiti nelle mie mani, per curiosità. Quella non è una letteratura alta,
però leggera e piacevole, proprio come una diffusa immagine della Toscana. In
questo modo ho trovato anche un libro di Dario Castagno “Troppo sole della
Toscana” (“Too much tuscan sun”), che mi ha incuriosito con il proprio titolo e
perché mostrava lo stesso del mio interesse
dell’autore (cresciuto in Toscana) verso il fenomeno della regione e
della folla dei romanzi (spesso autobiografici) che descrivono la vita degli
autori tra le vigne e le case ristrutturate. La risposta, purtroppo non l’ho
trovata, però non tanto tempo dopo si è presentata l’occassione di
convincermene sulla propria pelle. E ci sono andata. Allora che cosa la Toscana
ha di speciale che attrae i turisti stranieri, i quali a volte decidono
addirittura di trasferirci? Se ricordo bene, Toscana è una regione in cui la
durata media della vita è più alta d’Italia. Non garantisco le scoperte
mozzafiato ma sicuramente cercherò di avvicinarVi un vero, in quanto ne sarò in
grado, immagine della Toscana.
22 feb 2015
Bella ma non apprezzata, ovvero cosa una guida non ci può dare
Di nuovo Vi porto nel paese di ‘nduja, formaggi, carne suina e cipolla. L’Italia del Sud nella propria natura è un
po’ insolita e complessa, visto che i
turisti ci vanno per ammirarla, mentre i giovani che ci sono nati, spesso partono per nord per gli studi o per il lavoro. I bei paesaggi d’Italia sono un
po’ come le gondole. Di nuovo farò riferimento a Brodski, visto che lui sembra essere l’unico che pensi usando le stesse parole che uso io: “(...) coloro ai
quali una cosa del genere sarebbe intonata, una gondola è tanto inaccessibile quanto
un albergo a cinque stelle. L'economia riflette la demografia, d'accordo; ma la
cosa è doppiamente triste, perché la bellezza, invece di promettere il mondo, è
ridotta a esserne la mercede.”*
Ed i paesaggi d’Italia sono a volte come un diamante non
sfaccettato. Rallegrano gli occhi soprattutto nei posti di cui non si parla
tanto.
17 feb 2015
Evviva la gioia, c'è il carnevale!
Secondo Oscar
Wilde, possiamo conoscere la vera faccia dell’uomo, quando esso indosserà la
maschera. Il che, a dire il vero, malgrado le apparenze siamo disposti di fare
certe cose quando nessuno può vedere la nostra faccia. Il carnevale era un
periodo piacevole, periodo quando si respingeva le preoccupazioni e
convenienze, e la possibilità di essere anonimi dava (e dà fino ad oggi) il
coraggio e, in caso di insuccesso, permetteva di scappare dalla responsabilità.
E quelli sembrano a volte alcuni delle qualità più desiderate nella storia dell’umanità.
La scelta di una maschera sicuramente anche porta con sé qualche significato e
ci dà qualche informazione sulla persona e su quello che nasconde sotto la
pelle, oppure cui pelle indosserebbe se potesse farlo. Le parole di Oscar Wilde
erano il motto del Carnevale di Venezia nel 2015, ed esse ci davano il
benvenuto al sito web dell’evento come se ci chiedessero: “E tu, chi vuoi
diventare oggi?”
27 gen 2015
Cosa (ci) manca a Padova?
Leggendo le
descrizioni delle gite, ho notato che Padova fa parte delle tappe “must-see”
durante una gita al Nord d’Italia. Il
mio primo ricordo di questa città non è tanto “italiano”: i condomini alti,
alcuni palazzi, le zone abbastanza moderne che non hanno a che fare con i
centri storici italiani e un caldo da morire. E proprio questo è il motivo per
cui bisogna ritornare ad alcuni posti, soprattutto quelli, le cui immagini
sembrano sempre più nebbiose e non tanto chiare, fino al punto in cui non siamo
tanto sicuri se quel ricordo riguarda ancora questo posto oppure ormai
un’altro. E come scrisse José Saramago “Bisogna (...) vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in primavera quel che si era visto in
estate, (...) con il sole dove la
prima volta pioveva (...)”. Ed in questo modo sono tornata a Padova, la
quale ricordavo soleggiata, afosa e abbastanza mediocre, e la quale, in
seguito, mi si è mostrata nuvolosa, piovosa, autunnale e .... incantevole.
21 gen 2015
I puzzle del mondo ed il Santo Marino
L’attraversare i
confini è un’esperienza strana. Soprattutto nei tempi di oggi, quando non
guardano insidiosamente te, la foto nel suo documento e poi di nuovo te, come
se sospettassero che la tua faccia fosse il risultato di diverse operazioni
fatte all’estero, che veramente tu non fossi tu, ma un contrabbandiere di armi
o un trafficante di persone, e non fa niente che hai solo 10 anni, sei seduto
sul sedile posteriore, mangi un lecca lecca e guardi il vigile con uno sguardo
sonnolento, mettendo apposto il cuscino che stringi in mano. Ora nemmeno ti
guardano bene (anche se forse dovrebbero, visto che sei invecchiato di più di
una decina d’anni), importante che i dati nei documenti corrispondano, però, in
caso, ti fanno togliere fuori il computer, tutti i cavi, il libro e gli
assorbenti. E fanno bene, penso. Meglio
essere prudenti.
L’attraversare i
confini è un’esperienza strana, visto che mi fa rendere conto che, in fin dei
conti, tutte quelle persone non si differenziano dalle altre. Più viaggi, più
ti rendi conto che i confini sono solo un’illusione di estraneità, la quale,
insieme al suo sembrare spregiativo, invece di avvicinare allontana e ci fa
capire, sbagliatamente, che il mondo è un insieme di puzzle delle diferenze. In realtà l’elemento principale di questo
puzzle che nello stesso tempo lo caratterizza è la varietà, e i propri
abitanti, ovvero noi, siamo, nella propria diversità, tutti uguali e pari.
L’attraversare i
confini è un’esperienza strana, soprattutto nei tempi di oggi, quando i confini
sono quasi invisibili e di cui esistenza, ci ricorda per esempio la
technologia.
Siamo circa 134
chilometri da Bologna, la gente sempre parla in italiano, l’euro è sempre la valuta
vigente, solo i cellulari continuano a ricordarci del roaming. Allora cosa c’è?
Un errore di linea? No. Benvenuti a San Marino!
Etykiety:
confini,
essere uomini,
foto,
luoghi meno conosciuti che meritano di essere visitati,
puzzle,
San Marino,
scrivere viaggiando,
umanità
Lokalizacja:
San Marino, San Marino
13 gen 2015
A Ferrara in treno
Ferrara è una città menzionata spesso però solamente pochi ne scrivono qualche parola in più. E' una città collocata fra Bologna e Padova e con il proprio fascino può competere con quelle due città che a differenza di Ferrara, vengono spesso visitate dai turisti stranieri.
7 gen 2015
Tre sfumature della cucina calabrese
Devo dirvi che dopo aver visto le sfumature sabbia-miele della Sicilia me ne aspettavo simili anche in Calabria. Mi ricordo, durante una delle mie ultime visite in Sicilia, mentre stavo ammirando il panorama su una costa rocciosa del nord-est della Sicilia, guardavo, in lontano, come se fosse nascosta dietro una tenda nebbiosa, la punta dello stivale italiano, ovvero la costa della Calabria.
E come ho scoperto poco dopo, la Calabria si è rivelata completamente diversa da come me la sono immaginata.
E come ho scoperto poco dopo, la Calabria si è rivelata completamente diversa da come me la sono immaginata.
Se il colore sabbia-miele non è quello della Calabria, qual'è?
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